√ Sicilia – Piazza Armerina – Villa del Casale – Aidone
A pochi chilometri da Piazza Armerina e seguendo le tante indicazioni per la Villa del Casale, scorgiamo dall’alto un ampio parcheggio adiacente a un susseguirsi di negozietti di souvenir e ripetitivi venditori di discutibili prodotti siciliani quali Arancine, calzoni e paste di mandorle ma, ho apprezzato solamente il baffo d’oro di una ghiacciata Moretti e la presenza massiccia di turisti stranieri!
La Villa giace imponente nell’entroterra siciliano sin dal I° Sec. D.C. e dal 1997 è Patrimonio Unesco. Nel tempo ha subito abbandoni, profonde distruzioni e cambiamenti di utilizzo e il quarto secolo rimane il periodo di suo massimo splendore con lo sviluppo di imponenti elementi decorativi, l’arricchimento fastoso degli ambienti di rappresentanza e l’ampliamento di un grande impianto termale, direi d’avanguardia per quel periodo, aperto al pubblico con ambienti dotati di vasche per immersioni in acqua calda e ambienti riscaldati con aria secca sino a circa 60° per brevi bagni di sudore 😓
I Mosaici che la impreziosiscono sono splendidi: recuperati parzialmente quelli delle pavimentazioni e quasi totalmente perduti quelli delle pareti.
E la sorpresa più incredibile è stata vedere delle atlete in bikini già a partire dal IV secolo…!
Assale un triste fastidio però, quando ti accorgi che non esiste chi ti vidimi il biglietto e i custodi sono assenti [solo qualche sporadica guida turistica] ma i visitatori sono quasi esclusivamente stranieri per cui, ordinati e silenziosi, si snodano ammirati tra i corridoi e le sale di una villa che pare riviva antichi fasti, in balia del solo buon senso di chi la percorre e fotografa.
Osservando e leggendo i tanti cartelli che riportano didascalie e planimetrie descrittive, il mio compagno me ne suggerisce uno in particolare che si trova nell’area termale e che recita così: “Nel registro inferiore sono raffigurati Titus e Cassius, due servi i cui nomi sono riportati, al vocativo, sul drappo bianco che indossano attorno ai fianchi; essi reggono il secchio e la spazzola usati per i massaggi.” Cari Tizio e Caio…il piacere è tutto mio! 😉👏
È una villa davvero sorprendente per l’eredità innovativa che tramanda [figurarsi, per esempio, che la camera padronale aveva, subito fuori, il proprio bagno privato: una piccola latrina ottogonale a propria disposizione!] ma la si è recuperata sin troppo tardi e gran parte della sua grandiosità iniziale è andata, purtroppo, perduta per sempre e queste inettitudini umane mi fanno incazzare!
Proseguendo il nostro on the road il paesaggio cambia radicalmente e da spoglio e arso diviene fitto di vasti boschi e si avverte un’ inaspettata frescura. E dall’auto un cartello ci spiega il motivo di quelle lussureggianti e odorose sfumature di verde: riserva naturale orientata bossomanno grottascura bellia.
E procediamo in salita, direzione Aidone da cui non sapevo si dominasse quasi l’intera Sicilia. Posteggiamo proprio innanzi al Panorama imponente e maestoso della mia Isola e apprezziamo, proprio nel Belvedere in cui ci troviamo, la pietra bianca, lavorata a punta di diamante, della Chiesa di San Domenico e, subito dietro, nel punto più alto ed emozionante, si svelano ai nostri occhi i maestosi ruderi di un Castello che vantava, data la sua visuale a 360°, una posizione strategica e si pensa che ad abbatterlo sia stato un terremoto.
E alle sue spalle ci sono segni evidenti dei non pochi rapporti sessuali e amorosi che si continuano a consumare! 😉😎😂
Siamo vicinissimi a Valguarnera Caropepe [la più conosciuta Carrapipi, divenuta ormai un modo di dire per intendere un luogo inutile e disperso nel nulla…] e il nostro carissimo amico Domenico Greco [letterato, storico e il mio compagno aggiungerebbe Professore…😂 ti vogliamo bene] ci consiglia di raggiungere l’abitazione di un grande scrittore nonostante sia pressoché sconosciuto ai tanti – compresi gli stessi suoi conterranei che, fermati per info, ci guardavano perplessi – : Francesco Lanza che è l‘autore dei ‘Mimi Siciliani‘. Si tratta di un piccolo album fotografico con didascalie al seguito che raccoglie quattordici brevi storielle, alcune scritte volutamente in forma blasfema per scandalizzare i bacchettoni della Provincia Santa…
E Vincenzo Consolo disse dei Mimi che sono il più straordinario, singolare e originale libro del Novecento italiano.
È una lettura che mi manca e quanto ancora da sapere…per poi riportarlo alla mente quando se ne avrà più bisogno o semplicemente voglia.
Amabile vita…