Di ritorno da Erice ci dirigiamo verso la straordinaria Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, istituita nel 1995 e gestita dal WWF. Recentemente, quale simbolo di equilibrio ambientale e attività instancabile dei «salinari», le Saline sono state elette ‘Luogo del Cuore Fai Expo 2015’! La riserva rientra anche nell’Itinerario turistico della “Via del Sale” che attraversa le 27 saline attive nei territori di Trapani, Paceco e Marsala.
Le Saline si sono concentrate prevalentemente in questo luogo proprio per la presenza di acque basse e molto salate per i 25 chilometri che legano Trapani a Marsala e che scongiurano maree e inondazioni. Complice è anche il Clima, quasi assente di piogge e fortemente ventilato. La loro storia risale ai Fenici e incantano i suoi numerosi specchi d’acqua separati da sottili strisce di terra e sagome di mulini a vento in disuso, a formare una vasta scacchiera irregolare. E queste vasche d’acqua, d’estate, si tingono di rosa, brillanti e pronte alla raccolta. 💞 E si rimane lì a godere della vista ascoltando il canto delle garzette: piccoli aironi bianchi. 💕
Abbiamo visitato il Museo del Sale in contrada Nubia; situata all’interno di un baglio, quest’antica casa saliera del Seicento adibita alla molitura del sale, ha anche un grande mulino a vento e sul retro un invitante Ristorante! Il museo conserva gli antichi attrezzi utilizzati per l’estrazione e la raccolta del sale ed espone tante foto dei salinari a testimonianza del duro lavoro stagionale che andava da Aprile ad Agosto. Addirittura ai salinari non era concesso fare una pausa per bere dell’acqua ed era un carro-botte che, attaccato al mulo, faceva la spola tra una vasca e l’altra per dissetarli! Fortunatamente oggi le nuove tecnologie hanno migliorato quelle dure condizioni di lavoro.
Ci raccontano che, riempita la vasca piú esterna e più grande, chiamata fridda per la temperatura dell’acqua, il Mulino veniva utilizzato per far salire l’acqua dalla vasca fridda a quella detta “vasu coltivu“, utilizzando la spira o vite di Archimede, e ne vediamo un esempio nel Museo, oppure veniva usato per macinare il Sale. Attualmente, solo alcuni Mulini sono stati restaurati, ma le loro funzioni originarie adesso sono svolte da macchinari piú all’avanguardia.
Successivamente, l’acqua passa alla vasca detta ruffiana che, come dettato dal suo nome, funge da intermediaria tra la vasca vasu coltivu e quella caura, dove l’acqua si scalda ulteriormente. L’acqua poi, viene convogliata nelle sintine e grazie all’alta concentrazione di sale e ai pigmenti di colore aranciato [carotenoidi] presenti nelle alghe, le acque delle saline si colorano di un rosa affascinante. Giunti quasi alla fine, l’acqua passa nelle vasche salanti dove il sale si cristallizza, pronto ad essere raccolto in due momenti, a metà luglio e ad Agosto. Gli alti mucchi di sale posti sugli arioni, ossia negli spazi davanti alle vasche salanti, vengono poi coperti da tegole che, essendo porose, lasciano asciugare l’acqua ma riparano dallo sporco e dalle intemperie.
Essendo la raccolta del sale un’ attività stagionale e volendo diversificare la produzione, nelle vasche fridde, cioè quelle la cui salinità si discosta poco da quella del mare, si allevano anche pesci pregiati come le orate, spigole, cefali che sono un’eccellenza di gusto!
Nelle Saline sono state monitorate più di 80 specie di uccelli tra quelli che sostano durante le migrazioni e quelli che nidificano ed è sempre più frequente poter ammirare il Fenicottero rosa. Il suo incantevole colore che lo rende ancora più elegante, é dovuto al suo nutrirsi del gamberetto rosa Artemia salina che, a sua volta, è rosa perchè si nutre di alghe che contengono pigmenti di colore aranciato [carotenoidi]…pochi giorni fa ho solo visto aironi bianchi e garzette che sono aironi bianchi più piccoli ma in compenso ho acquistato sale marino alimentare integrale, cioé non lavato e iodato successivamente come spesso succede, e aglio rosso di nubia.
Un consiglio importante per la nostra salute è, infatti, consumare il sale marino integrale contenente già naturalmente lo iodio, legato ad altri minerali ed oligoelementi in proporzioni equilibrate. A produrlo è la sola combinazione di sole, acqua di mare e vento senza metodiche di raffinazione chimica; inoltre non contenendo additivi, può spesso apparire umido e grumoso ed il suo colore non sempre perfettamente bianco ma tendente al grigio. Il sale comune che troviamo nei supermercati, invece, è stato ‘lavato’ cioè, tramite un processo di raffinazione, è stato privato, di tutte le impurità dannose per la salute quali arsenico, piombo, mercurio, cadmio e rame ma anche di minerali naturalmente presenti nel sale per cui il risultato è un sale ad alta concentrazione di puro cloruro di sodio. Peggio ancora il cosidetto sale marino iodato, ottenuto aggiungendo iodio chimico al sale raffinato. E trattandosi di uno iodio chimico, il livello di salinità varia per cui non ci si deve stupire se questo classico sale da cucina non sala sempre allo stesso modo nonostante venga impiegata la stessa quantità!
Un eccellenza è poi il “fiore del sale”, anche se abbastanza costoso. Ricco in modo naturale di iodio e magnesio, senza additivi, si forma solo quando c’è sole e poco vento e compare sulla superficie delle saline sotto forma di cristalli, che vengono pazientemente raccolti a mano.
Trovandoci vicino Nubia e consigliati dalla guida del Museo del Sale, ci siamo diretti lì per acquistare l’aglio rosso direttamente dalle abitazioni che esponevano la locandina! Abbiamo bussato e il proprietario ci ha mostrato ogni sorta di treccia e conserva…sono stati 5 minuti divertenti anche per il modo inusuale di vendita, ma siamo rientrati a casa con la nostra treccia d’Aglio Rosso di Nubia in macchina!