Era il 25 Aprile di 2 anni fa e decidiamo di godere di un Day Spa Gourmet a Ragusa al Donnafugata Golf Resort attratti dalla bellezza barocca di Ragusa Ibla.
Ragusa è differente dagli altri comuni siciliani, sembra un’isola nell’isola”, l’altra Sicilia, così è stata definita da letterati e storici specie per il suo profilo paesaggistico perchè i suoi caratteristici bassi muretti a secco di pietra calcarea che delimitano il paesaggio sono sensazionali.
Ragusa, dopo il devastante terremoto del 1693, è stata ricostruita e suddivisa in 2: una Ragusa situata su un altopiano e la spettacolare Ragusa Ibla sorta dalle rovine dell’antica città in forme barocche, tanto che questi capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Ragusa trasuda quindi, vivide testimonianze dell’arte barocca che catturano l’attenzione visiva ed emozionale di chi se la trova davanti.
Giunti al Donnafugata Golf Resort godiamo di un rilassante percorso benessere con annesso massaggio in coppia col mio uomo [non amo molto i massaggi ma quella volta mi sono quasi estraniata e davvero rilassata specie perchè sentivo lì accanto il suo respiro, quindi consiglio caldamente il massaggio di coppia!]
Prima di cena decidiamo di visitare Il Castello di Donnafugata che è situato nell’omonima contrada del Comune di Ragusa a breve distanza dal Resort. Il parcheggio a pagamento è quasi a ridosso del Castello così come i negozietti di souvenir dove consiglio di acquistare il caciocavallo ragusano.
Prima di entrare, ti danno il benvenuto le stalle, con dentro…e fuori le mucche di razza ragusana! Pazzesco ma deliziosamente tipico della mia amata Sicilia.
Donnafugata deriva dall’arabo e significa “Fonte della Salute” proprio per la presenza in zona di una sorgente d’acqua pura ma il “gossip” di quell’ epoca raccontava di “donne messe in fuga” cioè “fugate” per l’appunto e si pensa a una certa Bianca di Navarra inseguita dal Conte di Cabrera, nel XV secolo, oppure molto tempo dopo, di Clementina Paternò, nipote del Senatore Corrado Arezzo che scappò dal castello verso l’attuale Punta Secca, in una sofferta ma romantica fuga d’amore con Gaetano Combes de Lestrade…leggende su cui fantasiosamente ricamare e tramandare in un curioso passaparola!
Ma il Castello di Donnafugata entra anche nel cinema perchè, in più episodi, “Il Commissario Montalbano” si reca in questa residenza aristocratica blindata del capomafia ed è anche la location perfetta della narrazione onirica di Giuseppe Tornatore nel suo “L’uomo delle stelle” e fu lo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel romanzo Il Gattopardo, ad indicare con il nome di Donnafugata quei possedimenti di campagna del Principe di Salina.
Molti turisti, però, giungono tuttora in questo luogo pensando, a torto, che Luchino Visconti vi abbia girato il suo capolavoro. In realtà, la Donnafugata dello scrittore, era il luogo dove egli aveva trascorso parte della sua infanzia e cioè il paese di Palma di Montechiaro e palazzo Filangeri Cutò, la casa materna di Santa Margherita di Belice in provincia di Agrigento.
Ed è notizia di questi giorni che il Film “Il Racconto dei racconti” di Matteo Garrone, il regista di Gomorra, che sarà in concorso al festival di Cannes il 14 maggio, è stato girato in Sicilia, proprio al Castello di Donnafugata e in Puglia con un cast internazionale, con tre protagonisti principali, Salma Hayek, Vincent Cassel e Toby Jones. Si tratta di una produzione internazionale da 12 milioni di euro, con Garrone produttore e la nostra Sicilia col suo Castello da “brividi” e ambientazione “Fantastica” è ancora Protagonista!
Il Castello, oggi di proprietà del Comune di Ragusa è grandioso: conta 122 stanze ma ne sono visitabili una ventina con arredi e affreschi accattivanti ed originali; ogni sala ha un suo colore come la sala d’attesa che è blu o il salottino delle donne azzurro, quello dei fumatori è oro con la carta da parati raffigurante pipe, sigari e mazzi di carte, l’appartamento del vescovo è rosso e il salone degli stemmi con carta da parati che elenca 750 stemmi delle famiglie nobiliari siciliane, la grandiosa sala del biliardo, quella della musica e la sala degli specchi non lasciano indifferenti così come la sala degli araldi e la stanza da letto nella quale sarebbe stata rinchiusa la principessa Bianca di Navarra e poi le armature, tendaggi, porcellane di pregio e l’avveniristico per quei tempi termosifone con scaldapane incorporato! Scovatelo perchè è molto particolare.
Ma incantevoli sono soprattutto gli 8 ettari di parco con le siepi tagliate a formare un labirinto e gli enormi carrubeti, ficus, conifere, ginestre, magnolie, agrumi, giardini fioriti dal viola della lavanda al rosso dei tulipani, dal bianco dei gelsomini al fucsia degli oleandri, viali coperti dai lunghi rami di salici, agavi, lecci, ulivi e…divertenti scherzi che ci hanno sorpreso come per esempio quello della molla sotto il terzo scalino che faceva aprire i battenti su cui erano fissate le braccia di un barbuto ecclesiastico ed ancora, giunti alla cupoletta neoclassica degli innamorati si trova un sedile di ghisa a due posti sotto una volta stellata con una falce di luna… Meravigliosa.
Poi sotto le collinette si trovano delle micro grotte con stalattiti e sugheri e lì dentro trovi pure un pupazzo che inghiotte le palline restituendole dal retro! E per finire su un sedile a emiciclo, dallo schienale fuoriescono all’improvviso minuscoli spruzzi d’acqua che bagnano chi si siede!
L’architettura del Castello è decisamente insolita, eclettica grazie alla moltitudine d’interessi e ardore culturale del suo precedente proprietario Corrado Arezzo che l’ha posseduto per circa 3 secoli ma secondo me l’attrazione più suggestiva è lo straordinario Labirinto in muratura in cui perdersi per poi ritrovarsi, emozionati dall’avventura e dal timore di non trovare l’uscita!