Park Güell coi suoi frammenti di ceramica colorata, colonne inclinate e una vista sensazionale sino al mare, ti conquista sin da subito!
Gli eccessi e l’audacia formale di Gaudí sono irresistibili❕
Dopo l’esplosione di entusiasmo e intimo coinvolgimento, provati alla Sagrada Familia, ci siamo diretti curiosi al Park Güell.
Come arrivare 👣
Anzichè prendere il bus 24 da Plaça Catalunya o da Passeig de Gracia, che lascia proprio davanti all’entrata principale, abbiamo preso la Metro e, scesi a ‘Lesseps‘ [Linea verde, L3], è bastato seguire le indicazioni dell’abbondante segnaletica. Avevo letto di una ripida salita di almeno venti minuti ma, le scale mobili erano funzionanti e siamo arrivati in cima senza alcuna fatica. Anzi mi sento di consigliare questo percorso perchè, entrare al Park Güell, non dall’entrata principale ma dalla parte opposta, fa sì che le sue meraviglie si svelino pian piano in un crescendo emozionale!
E difatti, appena entrati, ci ha accolto una vista imponente sul mare e sulla pianura di Barcellona e l’aria tersa delineava ogni dettaglio, esaltandolo.
Siamo rimasti lì diversi minuti, scattando foto, soprattutto con gli occhi, per alimentare la memoria dei ricordi.
E abbiamo capito il perché fu scelta quella panoramica altura per il progetto urbanistico che il mecenate Eusebi Güell, agli inizi del 1900 commissionò all’amico artista Antoni Guaudí. Il progetto era di costruire un’urbanizzazione per famiglie benestanti in una zona, per l’appunto, con una vista invidiabile. Ma una serie di circostanze avverse, resero il progetto irrealizzabile e gli eredi di Güell lo offrirono al comune di Barcellona che decise di acquistarlo, aprendolo come parco pubblico per una ormai intensa fruizione internazionale; e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1984.
E la vista sensazionale continua da una piccola altura di pietre: ‘Collina delle Tre Croci‘, sulla cui sommità svettano 3 croci, la centrale più alta. È probabile che il disegno di Guaudí fosse la realizzazione di una cappella ma, in definitiva, venne eretto un, panoramico Calvario, preso d’assalto!
Il silenzio era rotto dal chiacchiericcio dei numerosi turisti e dal ritornello cantilenante di un cantante che imbracciava la sua chitarra un pó ‘scordata‘ come qualche frase del suo magro repertorio, forse concentrato in quell’unico CD che tentava di vendere…ma è stata la giusta colonna sonora di quel momento, in balia di turisti divertiti che ti impedivano di fare delle foto decenti o ti superavano per accaparrarsi un pezzo di panorama in più di te…
Sono due le zone visitabili, una gratuitamente e una zona monumentale a pagamento:
✔ Zona di libero accesso
Per chiunque visiti Park Güell per la prima volta, sarebbe insensato non spendere quegli € 8 per visitare la parte monumentale che è un tripudio di architettura onirica…ma se vivessi a Barcelona, godrei della sua zona a libero accesso per momenti di tranquillità come la lettura di un libro, immersi nella natura e seduti su panchine prive di angoli o baciarsi sotto colonne oblique, sfidanti quasi la gravità.
La Rampa a spirale è un gioiello di eleganza con la sua struttura a doppia altezza che riesce a fondere il balcone superiore con quello inferiore. Più che colonne, sembrano tronchi d’albero perché ne copiano il movimento e la forma in un insieme visivo armonico…prendono vita come ogni opera di Gaudí.
E non mancano neppure i romantici e coinvolgenti sottofondi musicali…
La casa rosata è una tappa fissa per molti. Fu abitata da Antoni Gaudí durante i lavori al Park Güell, fino a quando nel 1926 si trasferì dicono, nei sotterranei della magnifica e pulsante Sagrada Familia. Attualmente ospita il Museo Gaudí e la si può visitare acquistando il biglietto d’ingresso.
✔ Zona monumentale
€ 8 è il costo per entrare nella zona monumentale e, nell’attesa [Le entrate sono ad orari programmati!], ne abbiamo approfittato per gustare bocadillos y vasos de sangria, proprio di fronte all’enorme Piazza della Natura [il costo è alto! Sappiatelo ma al piacere non c’è prezzo si dice…].
Qui, nei primi decenni del xx sec., si tenevano manifestazioni all’area aperta, una sorta di Teatro Greco. La Piazza è in parte scavata nella montagna e in parte sorretta dalle colonne della Sala Ipostila, subito sotto. E una continua e lunghissima panchina sinuosa ne disegna quasi l’ intero perimetro. Il particolare sistema decorativo del trencadís la rende unica: ricopre ogni superficie dell’ampia panchina di piccoli frammenti irregolari di ceramica, vivacemente colorata, spesso provenienti da materiali di demolizione e oggetti in disuso per un riciclo intelligente!
Scendendo per la scala laterale, si ammira Sala Ipostila che sorregge in parte, con le sue 86 colonne doriche, la Piazza sovrastante. Le sue volte sono interrotte da meravigliosi ed enormi rosoni, rappresentanti le 4 Stagioni. E si sta col viso sollevato, ammirati.
E subito affianco ti spiazza un profondo portico dalle forme ondulate, che sembra avvolgerti nella sua onda di pietra.
E giù per la scalinata laterale, ci siamo ritrovati immersi in una fiaba policroma e in una moltitudine di scatti fotografici! La scalinata si allarga sino a raggiungere l’ingresso principale ed è ricca di particolari e simbolismi. Si ammira una fontana a forma di testa di serpente e la famosa salamandra o drago che mi ha deluso per le ridotte dimensioni: allungatela! me l’aspettavo più imponente! 😮 Dal veleno del serpente si ricavano medicinali per cui, simbolicamente si erge contro il male, a difesa della Catalogna e la salamandra, quale animale a sangue freddo, poteva resistere al fuoco e in senso lato, avallando leggende medioevali, alle fiamme dell’Inferno! 👍
Imperdibile è la residenza del custode, a destra dell’ingresso principale. Fa parte del Museo di Storia di Barcellona ed è sede di un’ interessante Mostra che spiega nel dettaglio le origini e l’evolversi del Park Güell con una panoramica anche alla Barcellona modernista. Anche lì, all’interno, è tutto un’onda colorata, dai tetti alle scale e, da una piccola deliziosa finestra del primo piano, è possibile, affacciandosi, ammirare Park Güell da un’altra prospettiva…
Elies Rogent, direttore della Scuola di Architettura di Barcellona disse di Gaudí delle parole che solo oggi, ne dispiegano lungimiranza e stima e, con esse, voglio concludere il mio raccontare Barcelona, sperando di rivederla ancora tante volte…
“Abbiamo dato un titolo a un pazzo o a un genio, il tempo lo dirà”