Le mie origini sono trapanesi per cui Erice, che dista solamente una decina di km da Trapani, l’avrò vista innumerevoli volte ormai, ma ogni volta è emozionante semplicemente perché questo borgo medievale pulsa di bellezza ed unicità.
Il mio pseudonimo SICANIA deriva dalla popolazione dei Sicani e di loro si dice che abitavano le alte vette dei Monti e adoravano la Venere Ericina
“E l’altro monte, e l’altro monte ei vede,
l’Erice azzurro, solo tra il mare e il cielo
divinamente apparito, la vetta annunziatrice della Sicilia bella!”“La notte di Caprera – Gabriele D’annunzio”
Sovrasta altera dal Monte omonimo a circa 750 m. dal livello del mare e per raggiungerla, il percorso si snoda su tornanti quasi a gomito che, strada facendo, alimentano un panorama sempre più mozzafiato. E lungo la strada trovi turisti o anche gente del posto come me, che si ferma a respirare forte e a scattare anche con gli occhi, foto sempre belle con innesti di colori straordinari.
E la meraviglia più grande è quando, nelle giornate più terse, all’orizzonte, ti si mostrano splendide ed invitanti le isole Egadi!
Nella foto sopra, oltre a vedersi le 3 isole [Favignana, Levanzo e Marettimo], sulla sinistra sono visibili anche le storiche e suggestive Saline.
Ripresi dalla sosta, continuiamo a salire sino a raggiungerla. I parcheggi sono ampi e a pagamento [2€ la 1° ora poi 1€ le successive] e subito sulla destra é visibile la funivia che la collega a Trapani e viceversa. E poco prima é presente una fitta pineta con una vasta area attrezzata per pranzi frugali nature con frescura e pace gratuita, ed è lí che pranzeremo.
Posteggiamo e ci addentriamo con 1° tappa al giardino panoramico del ‘Balio’.
Erice é in larga parte delimitata da alte mura ciclopiche interrotte da 3 porte di accesso normanne: Porta Spada, Porta del Carmine e Porta Trapani che invitano ad addentrarsi nel suo centro medioevale, tra i quartieri spagnoli e i vicoli acciottolati, stretti e silenziosi, delimitati da abitazioni in pietra e lastricati da una pavimentazione straordinaria.
Lungo le viuzze scorgi i deliziosi cortili di tante abitazioni, pieni di fiori e piante, botteghe che vendono artigianato e prodotti tipici: consiglio le busiate con pesto alla trapanese, la bottarga e il tonno che, comunque, conviene acquistare al caratteristico ed imperdibile mercato del pesce, a Trapani in zona Torre di Ligní, anch’essa da visitare!
E un acquisto da fare assolutamente ricade sulle ceramiche e maioliche rigorosamente dipinte a mano, i tappeti tessuti a mano e la pasticceria locale nata tra le mura dei conventi: goduria le genovesi e i mustazzoli. La pasticceria ‘Maria Grammatico’ vicino Piazza Umberto I°, é molto ricercata ed é riconoscibile dal profumo che emana ma io preferisco il laboratorio della pasticceria ‘San Carlo’.
Il Balio invita a una passeggiata con viste panoramiche incredibili e visita della Torretta Pepoli appartenuta in età normanna al conte da cui ha preso il nome e adesso fruibile al pubblico e si auspica diventi presto sede dell’Osservatorio Internazionale di promozione della Pace nel Mediterraneo.
Mirabile anche il Castello di Venere, tipica fortezza medievale risalente al XII sec. Inoltre, la chiesa di San Domenico, proprio nel centro cittadino, é sede del Centro d Cultura Scientifica ‘Ettore Majorana’ fondato nel 1963 dal Prof. Antonino Zichichi, per cui Erice catalizza la presenza di eccellenze a livello internazionale con promozione di iniziative culturali all’avanguardia. E sulle guide turistiche leggiamo infatti “Erice, city of peace and science” [Erice, città di pace e scienza].
Erice è stata ed è prevalentemente luogo di silenzio e meditazione con la sua massiccia presenza di Chiese gotiche ma quella più ammirata rimane la Matrice, voluta da Federico D’Aragona nel XIV secolo a scopo difensivo oltre che di fede e difatti, singolare é il suo campanile concepito come torre d’avvistamento che, pur essendo distaccato dalla Chiesa, si erge imponente al suo fianco con le sue merlettate bifore e monofore. La Matrice, al cui interno si può ammirare anche l’incantevole Madonna marmorea stretta a suo figlio, è il fucro dei festeggiamenti in onore della Madonna di Custonaci, patrona di Erice.
I festeggiamenti durano l’intera settimana precedente l’ultimo mercoledì di Agosto con la processione che raggiunge ogni vicolo cittadino.
Erice é incantevole in qualsiasi periodo dell’anno ma la concreta magia si ammira nel periodo invernale quando la fitta nebbia si insinua nelle vie e avvolge tutto creando un’atmosfera quasi irreale, suggestiva, come sospesa. Ed é infatti in quel periodo che si vedono più spose uscire dalla Matrice penetrando nella densa nebbia, avvolte dal mistero della bellezza senza tempo di Erice e guardando al blu del mare trapanese.