In questo articolo si parla di libri e son convinta anch’io, come tanti, che la lettura dia un senso a questa nostra vita. Scrivere e Viaggiare poi, sono passioni che, in me, vivono in simbiosi, al punto da spingermi a creare un Blog che potesse esprimerle sinergicamente.
Dunque, quando la simpatica Roberta che seguo piacevolmente e che anima il Blog Se anche il Ragionier Ugo espatria, mi ha coinvolto nella scelta di #DIMMICOSALEGGI #10libri da portare in cabane, nel caso [magari succedesse!] dovessi trascorrere sei mesi in una capanna di pochi metri tra i boschi siberiani, ho accettato con molto piacere ma ho anche avuto un sussulto perchè ho riflettutto sulla sfida che l’autore del Libro, Sylvain Tesson, ha lanciato a se stesso, imponendosi di vivere un’ esperienza totalizzante e radicale; sei mesi da eremita a stretto contatto con una natura non sempre docile e richiamati a ritmi lenti, senza tempo, ribaltando le proprie priorità o semplicemente assecondando solo se stessi, dovrebbe essere non un’esperienza ma L’Esperienza da fare o almeno tentare di fare.
Nei viaggi che intraprendiamo non dovremmo mai perdere di vista il vero motivo e cioè quello di stare bene con noi stessi. Poi ho letto che Sylvain aveva con se non solo libri ma anche sigari e vodka e mi sono un pò tranquillizzata! 😉
I #10libri che porterei in cabane sono quindi:
Ovviamente ‘Nelle foreste siberiane‘ di Sylvain Tesson. Non avendolo letto, m’incuriosisce leggere un’ esperienza di vita così d’impatto e radicale;
‘The songs of sapa‘ di Luke Nguyen. Capolavoro da rileggere per continuare ad assimilarlo. Asseconda e sublima la mia consapevolezza che bisogna viaggiare da indigeni, addentrandoci nelle tradizioni, nei modi di dire, nei sapori e nella cultura del popolo che ci ospita;
‘Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo‘ e ‘Un indovino mi disse‘ di Tiziano Terzani. Quest’ uomo, prima che scrittore, mi rapisce, mi acquieta e destabilizza insieme. I suoi libri sono viaggi che si addentrano in viaggi mentali e nell’esaltazione di ogni nostro senso;
‘On the Road‘ di Jack Kerouac perchè, sarà forse scontato, ma quella lettura allucinata mi ha fatto viaggiare con Jack e ho capito allora che questo è il fine di chi scrive, il fine di un libro: coinvolgere, riuscire a portarti nella sua dimensione lasciandoti, a fine lettura, quasi un senso di malessere fisico al pensiero che sia finito!;
‘Se una notte d’inverno un viaggiatore‘ di Italo Calvino. Originale ed è l’unico libro in cui mi sono sentita concretamente protagonista con l’ansia che Italo mi impedisse di arrivare alla fine del libro. L’autore comunica con il lettore in una giostra labirintica eccezionale!;
‘Il piccolo principe‘ di Antoine de Saint-Exupéry perchè contiene ogni verità universale, raccontata con l’innocenza di un bambino; curiosa di vedere a Gennaio il Film 💕
‘Non si muore tutte le mattine‘ di ✩ Vinicio Capossela ✩🔝 Ineguagliabile. L’incipit è grandioso: “Vorrei che queste pagine si potessero prendere a etto, sfuse, a capitoli, a ognuno la parte che gli serve…”. Scrittura ostica ma non appena la penetri, ti senti in simbiosi con Vinicio ed é l’unico libro di cui, ancora adesso, mi manca la continuazione, perché avrei voluto non finisse.
Finalmente leggerei il ‘Trattato del ribelle‘ di Jünger. Si sice che siamo Liberi di dire anche no ma è davvero così? siamo realmente liberi? specie nel Mondo attuale? quella tanto agognata e rivendicata libertà, ci contraddistingue davvero o è rimasta una falsa consapevolezza? Nonostante sia un testo del dopoguerra, è attualissimo perchè siamo tuttora ribelli braccati da un’anarchia che attua un controllo opprimente. Esiste una via d’uscita? o ci rimarrà una dolce libertà utopica, priva di contenuto? Magari leggendolo risponderò a qualcuna di queste domande 👍
‘Nelle terre estreme‘ di Jon Krakauer. Il Film é un pugno nello stomaco, estremo. Solitamente vedo il Film dopo aver letto il libro. Stavolta l’aura di recensioni positive mi ha spinto a vedere prima il Film ma adesso la lettura del libro è necessaria.
Non ho ancora letto ‘Il paese dei coppoloni‘, ultimo lavoro di Vinicio Capossela [Marzo 2015], vincitore del Premio Carlo Levi. Le recensioni lette qui sono dichiarazioni di stima e ammirazione che non mi stupiscono. Seguo Vinicio in musica e parole sin dall’esordio ed è stato un continuo sperimentarsi, migliorandosi. Quindi devo leggerlo assolutamente e consiglio anche a voi di farlo perchè la bellezza può anche farsi toccare.
I miei più cari amici sanno che ho un sadico piacere nell’andare contro le “regole” [Ho scritto o no che vorrei leggere il ‘Trattato del ribelle’ di Jünger! ] Per cui non nominerò altri blogger ai quali fare la stessa domanda, ma mi farebbe piacere leggere i vostri commenti e conoscere i #10libri che portereste voi in cabane! Se poi ci potessimo andare insieme in Siberia, meglio ancora!
Intanto un caldo abbraccio siciliano!