Write drunk, edit sober [Scrivi da ubriaco ed edita da sobrio.]
Ancora incerti se attribuire o meno queste parole a Ernest Hemingway, io volevo sottolinearle a gran voce perché la scossa emotiva e adrenalinica che ti dona l’immergerti in un viaggio, deve essere subito riversata, anche scomposta, su carta, per fissare ogni ricordo in una memoria che non può rarefarsi.
E l’arrivo nell’audace e fiabesca Barcellona rientra pienamente in questa maniera di pensare, perché è stato di vero impatto.
Dalla stazione di Girona, che dista qualche minuto a piedi dal centro, abbiamo preso il treno/Renfe [clicca qui per gli orari! 😉] per la stazione/metro di Barcelona/Sants e dopo circa 1 ora e 1/2 di comodo e panoramico tragitto, sali le scale della metro e ti si piazza davanti agli occhi un crocevia accelerato di una moltitudine di anime, mezzi colorati e vistosi palazzi; si presenta così, con affascinante eleganza e sotto un sole brillante, uno dei viali più suggestivi e frequentati di Barcellona: Passeig de Gràcia nel quartiere Eixample 🎆
Quando calpesto il suolo di una destinazione, amo rimanere coi sensi accesi, ruotando su me stessa piú volte, per cogliere immediatamente odori, suoni e bellezza! È una sorta di contatto che voglio da subito stabilire con la città che vorrò esplorare e mi sento in pace con me stessa. É il mio rituale piú intimo, la mia giostra emozionale. ❤
Io e il mio uomo ci guardiamo, sentendoci già conquistati da una città raggiante e vitale, che si mostra vanitosa ai numerosi turisti, certa di stupire e piacere, smontando perplessità iniziali. Perché Barcellona sarà pure similare all’Italia per il clima mite e l’ottima cucina ma pensa in metropoli e si esalta di Modernismo! 🎶
Barcellona è arte a cielo aperto! Potresti anche non visitare nessuna attrazione e non rimanere deluso, perché lungo il tuo cammino, incroci opere d’arte, strutture innovative, sperimentazioni visive e installazioni, non necessariamente riconducibili ad Antoni Gaudí.
Per esempio, percorrendo Passeig de Gràcia, una moltitudine di gente attira la nostra attenzione ed eccitati, capiamo che Casa Batlló é lì, a poche decine di metri e il genio di Antoni Gaudí é a portata di sguardo. Già la sola facciata immaginifica, ammalia: sinuose curve, mosaici in vetro e ceramiche dai colori accesi. E in cima, il tetto é ondulato, a ricreare il dorso, forse di un drago con scaglie dai colori cangianti ed iridescenti e sono evidenti le assonanze col mare. Insomma é un trionfo di linee morbide, prospettive cromatiche e ampio respiro di luce!
Ma a ben guardare, si tratta di un blocco [chiamato La Manzana de la Discordia] che comprende, oltre a Casa Batlló, anche altri due celebri edifici e cioè Casa Lleó Morera e Casa Amatller. Pomo della discordia proprio perché si tratta di tre straordinarie e differenti interpretazioni dell’architettura modernista che si contendono simbolicamente il primato.
Casa Amatller fu reinterpretata in chiave Modernista tra il 1898 e il 1900 dall’architetto Josep Puig i Cadafalch su incarico dell’industriale della cioccolata Antoni Amatlle e, una mattonella posizionata innanzi al portone d’ingresso, indica inequivocabilmente il chilometro zero della “Art Nouveau European Route” cioè da quel punto in poi si andrà alla scoperta del Modernismo, anche Catalano. Bella particolarità!
Altra suggestione, te la regala Casa Milà o ‘La Pedrera‘ [cioè Pietra grezza che è il materiale con cui é stata costruita]. E in questa cava di pietra non vedere neppure una linea dritta!
Ma l’eccezionalitá che vale la visita, seppur abbastanza cara, sono i fumosi e visionari camini che si trovano sull’ ondulato tetto terrazzato. Tra evidenti dislivelli che amplificano le prospettive visive, si attraversano questi enormi camini/monoliti in pietra di pura invenzione tridimensionale, decorati con vetro, marmo, ceramiche policrome e la tua immaginazione scorre libera mentre cerchi rassomiglianze con magari dune di sabbia, guerrieri, nuvole, o semplicemente il movimento del fumo. Guaudí è davvero geniale!
Preso un cafè al Cafè de la Pedrera/restaurant, continuiamo la nostra panoramica passeggiata, attratti anche da negozi d’alta classe, sino alla famosa via alberata de La Rambla, affollata ma molto controllata dalle forze dell’ordine. Non sfuggono i colorati ombrelli sulla facciata di Casa Bruno Cuadros e calpestare un Mosaico di Joan Mirò fa uno strano effetto!
Arte non é anche il trionfo di sapori, colori e delizioso chiacchiericcio del Mercato de la Boqueria nel quale perdersi?! 😉
Goduria è scegliere il pescato del giorno e mangiarlo al banco e lì, in quell’ordinato caos, abbiamo gustato la nostra prima paella marisco!
E ritorneremo nei successivi giorni per bere densi frullati! Ottimi ed economici 😁
La serata si conclude a la Barceloneta [La spiaggia di Barcellona]. Da Maggio in poi, costume rigorosamente in valigia per godersi i suoi 4 chilometri di piacevole casino in una location decisamente modaiola e vitaiola! Tramontando alle 22, la giornata è infinita e può concludersi lasciando indossato il costume. 😉
Sulla spiaggia è visibile, anche in lontananza, un’alta sovrapposizione di cubi, somigliante a un arrugginito faro abbandonato, da qui il nome ‘L’ Estel Ferit‘: “stella cometa abbandonata”. La scultura, costruita in ferro e vetro e dall’aspetto volutamente traballante, è stata disegnata da Rebecca Horn in occasione delle Olimpiadi del 1992.
E abbiamo raggiunto anche l’enorme pesce metallico dorato, opera d’impatto di Frankogehry che di questa scultura raccontò: “Ero in Giappone. Mangiavo pesce. Ero piuttosto ubriaco. Ho fatto due schizzi sul tovagliolo di un bar. Ho pensato: perchè non fare un pesce? Abbiamo vinto il progetto.”